A che punto è l’Italia con la questione della riforma pensioni? Quota 41 e uscita dai 62, sono ancora possibili?
Ci avviciniamo al 2023, ed è stato deciso un piano preciso in merito alla riforma pensioni. A causa dello stop alla Quota 102, qualcuno ipotizzava un ritorno alla legge Fornero integrale. La situazione aveva allarmato i sindacati, che hanno spinto (inutilmente) per ottenere la Quota 41. In questo scenario, a partire dal primo gennaio 2023 si ritorna alla legge Fornero.
Nel frattempo i tempi stringono ed il tavolo governo-sindacati si apre. La discussione si è protratta per oltre quattro mesi, e adesso, mentre ci avviciniamo sempre più al 2023, ci avviciniamo anche allo stop della Quota 102. Difatti, a partire da gennaio dell’anno che segue, si ritornerà alla tanto temuta legge Fornero.
L’addio alle quote 100 e 102
Il 31 dicembre 2022 segnerà una tappa: a partire dal primo gennaio 2023 non ci saranno più le Quote (100 e 102). Ciò significa che l’unico modo per andare in pensione sarà attraverso la legge Fornero. Nella fattispecie, i requisiti per andare in pensione sono l’aver compiuto i 67 anni d’età ed aver maturato 20 di contributi per la pensione di vecchiaia. In alternativa, il requisito è avere 42 anni e 10 mesi di contributi per la pensione anticipata, a prescindere dall’età anagrafica (un anno in meno per le donne). La decisione segna l’addio alle “quote”.
In arrivo quindi un nuovo decreto dal Mise, direttamente dal dicastero dello Sviluppo economico, che regola la legge sulle pensioni. Secondo la legge n° 234 del 30 dicembre 2021, in vigore fino al 2024, i lavoratori possono lasciare in anticipo il loro posto di lavoro, qualora fossero prossimi alla pensione. Sarà possibile percepire un’indennità di poco inferiore rispetto a quello che percepirebbero andando regolarmente in pensione. Si tratta di una pensione anticipata.